tract

homepage   |    archivio   |    links    |    contatta tract
Claudio Costa - L'ordine rovesciato delle cose

Claudio Costa
retrospettiva
a
Villa Croce
Murakami-Manetas da Pinksummer

Murakami
e Manetas
inaugurano
Pinksummer
Martini & Ronchetti: L'immagine ricreata

Martini
& Ronchetti
Fotomontaggi
1865-1945
Anni 60: Controcultura a Genova

Carlo
Romano:
Controcultura
a Genova
Geoffrey Hendricks da Caterina Gualco

Tract:
rileggi
il numero
precedente
hozro - sito per l'arte contemporanea a Genova   |    ocra/archivio 1981-1994   |    Sandro Ricaldone Webpage    |    clima - mostre pubbliche a Chiavari

         DIMENTICARE GENOVA ?


aprile 2000

"In questa città, sia che ci nasci o che ci arrivi, ti ritrovi in poco tempo con le suole di piombo”. Valga o meno per Genova la sentenza pronunciata da Jean-Claude Izzo, l’autore di Chourmo, a proposito di Marsiglia, sta di fatto che  anche noi, nel corso degli anni (degli ultimi in specie), abbiamo tessuto e disfatto “la nostra storia come la povera Penelope”.  E se provassimo a dimenticarcene?  Recitava il risvolto di copertina degli atti di uno dei colloqui di Royaumont  che “l’oblio è l’alimento, tanto quanto la memoria, della vita individuale e collettiva”.  E l’oblio sembra tanto più necessario quando la memoria da radice vitale si muta in ossessione. Tentiamo di ragionare come se arrivassimo nella città di X.  O come se posassimo lo sguardo, liberati da una rassegnata prescienza, su una tribù qualunque.

Cosa potremmo registrare sul nostro diario di pseudo viaggiatori?  Certo non l’eccellenza di qualche bibita di color rosso servita nei caffè. Di rosso nei dintorni rimangono forse soltanto i velluti che deturpano Palazzo Ducale. Ma non potremmo trascurare di annotare come le archeologie disseppellite di Claudio Costa, radunate a Villa Croce stiano sollevando un interesse decisamente inusitato. O come la stagione delle gallerie presenti episodi non inquadrabili nella routine: Nick Waplington alla Rebecca Container e l’avvio dello showproject Pinksummer con Takeshi Murakami e Miltos Manetas hanno dato un impulso nuovo ad un calendario già marcato da eventi di qualità (la rassegna di artisti svizzeri curata da Mario Casanova a Palazzo Doria-Spinola, "Il corpo rinato" e Geoff Hendricks da Caterina Gualco, Geranzani da Rotta, Max Jacob al Vicolo, Lucio Pozzi e Giovanni Rizzoli alla Pintapiuma e via dicendo). Poi dovremmo dar conto della nuova banca dati dei giovani artisti promossa dal Comune, e di qualche mostra di giovani, Contemporanea-mente, ad esempio. E, più ancora, dei nuovi artisti: Sergio Muratore, Lorenzo Biggi, Flex & Jasper, Simona Barbera, Cristina Magnanego, Massimo Palazzi, Roberto Schiavi ecc.. Non molte cose, nel complesso, che non danno il quadro di una situazione in movimento, ma attestano potenzialità latenti.

Al passivo andrebbe iscritto il programma di ristrutturazione del sistema museale in corso di elaborazione, che si dice preveda l’emarginazione del settore contemporaneo. Ma per ora se ne sa poco, dato che coloro cui compete si astengono dal fare chiarezza sull’argomento. Dai giornali rileviamo in proposito interventi di Giuliano Galletta e di Enzo Cirone. Quest’ultimo estende la sua analisi al sistema dell’arte vigente ad X: artisti, critici, mercato, stampa, istituzioni. Punta il dito soprattutto contro il mercato. In verità le responsabilità sono diffuse. La critica negli anni ’80 (Sborgi, Cirone stesso, chi scrive) ha accompagnato un ristretto gruppo di giovani artisti (Colombara, Crosa, Gelsomino, Grondona, Pavone, Porcelli) alle soglie della ribalta nazionale. Nella prima parte degli anni ’90 Pedrini ha replicato con Costantino, Formento, Sossella, Viel, Vitone. Niente di più. Non ci sono state riviste (tutt’al più fanzines, come Ocra). Pochi i libri (i repertori di Beringheli, le sintesi fra epistemologia ed arte di Pedrini). Zero convegni.
Le gallerie private hanno fatto di più, proponendo artisti emergenti in ambito internazionale (Locus Solus, poi Galliani e in parte Ravecca), ricerche nell’ambito delle nuove tecnologie elettroniche e digitali (Leonardi/V-idea), artisti storici di ambito Fluxus e di poesia visuale (Caterina Gualco), talune declinazioni postmodern (Polena). E accompagnando le due ondate di giovani cui s’è accennato (ancora Caterina Gualco e Leonardi, poi la Pinta di Claudio Ruggieri).


I collezionisti dal canto loro non sembrano aver interpretato in modo attivo il loro ruolo (quando riusciranno ad attivare l’equivalente di una Kunsthalle?). E così la stampa, spesso incapace di valutare gli eventi culturali nella loro dimensione reale e di operare in base ad una plausibile scala di priorità. Nel settore pubblico, il Museo di Villa Croce, carente di finanziamenti, si è smarrito in una vicenda di acquisizioni patrimoniali non precisamente felice e solo da ultimo sembra recuperare un proprio ruolo (workshop di Kaprow, mostra di Costa ecc.). Per i giovani artisti si sono moltiplicati gli interventi (concorsi della Provincia, concorso nazionale Arti Visive, promosso dal Comune; partecipazione a iniziative europeee), tutte gestite però in un’ottica prevalentemente burocratica (giurie, concorsi, archivi ecc.). In quest’ambito è mancato il supporto di spazi non-profit accessibili e condotti secondo logiche dinamiche e di scoperta. Fra le iniziative autogestite solo Contaminazione ha avuto impatto e un minimo di continuità, ma con forti scompensi qualitativi nelle ricerche presentate. I centri sociali, dal canto loro, si sono sinora limitati alla diffusione musicale.

E veniamo alle cose da fare. Limitiamoci a tre o quattro:

-               dare corpo alle proposte già in circolazione (esistono, sembra, due progetti: uno di Paolo Minetti e Vittorio Dapelo; l'altro di Rosa Leonardi) per un centro polivalente che potrebbe trovare posto in Darsena o nel Porto Antico. E intanto trovare delle sedi minimamente attrezzate per la presentazione di lavori multimediali (chi lavora con le nuove tecnologie, oggi come può realizzare e mostrare quel che fa?)

-              creare un portale per l'arte e la cultura (esistono già alcune cose, come Hozro e GenovaCultura, o il sito di Palazzo Ducale, ma va ricercata una copertura molto più ampia, un aggiornamento costante, testi scritti per la rete e tradotti in inglese).

-              "importare" per workshops e seminari di una certa durata, artisti e studiosi di grande livello, dando continuità all'esperienza - già ricordata - svolta da Allan Kaprow;

-              realizzare annualmente, in vista del 2004, un grande evento d'arte focalizzato sull'Europa, coinvolgendo tutti gli operatori e gli spazi privati e pubblici, gallerie, musei, accademia, università, scuole d'arte, cinema, spazi musicali.

 

         UN PIANO FANTASMA

 

Nei giorni scorsi l'Assessore alla Cultura Pierantoni, in un'intervista, ha fatto nuovi accenni al piano di ristrutturazione dei musei genovesi predisposto da una società di consulenza. Sembra ormai accertato che vi sarà un polo museale incentrato su via Garibaldi, che comporterà l'insediamento di nuovi servizi a Palazzo Tursi. Un altro polo dovrebbe essere collocato a Nervi. Fin qua poco più della fotografia dell'esistente. Se l'incarico ha un senso ci dev'essere dell'altro. E ci sembra, visto che la consulenza è stata pagata con i soldi dei cittadini, che sarebbe dovere dell'Amministrazione divulgarne le risultanze. Certo il dibattito non consente quasi mai di evitare scelte dannose (dal Carlo Felice alla Fiumara). Ma in questo caso sarebbe fuori luogo assumere che con il silenzio si voglia conculcare la partecipazione democratica. E' probabile invece che si cerchi solo di sbagliare più a fondo.

 

         WAKE UP!

 

Nell’edizione precedente di Tract abbiamo riportato la presentazione della Banca dati dei giovani artisti genovesi (http://www.comune.genova.it/giovani/creativita/ gai/gai.htm). Dato il dovuto risalto a questo evento, notiamo una assoluta carenza nel censimento di quelli che vengono definiti “servizi”. Per quel che concerne le arti visive sono riportate soltanto quattro schede, dedicate rispettivamente all’Accademia Ligustica, Viana Conti, Antonella Berruti ed alla nuova Galleria Pinksummer. Niente da dire su queste segnalazioni. Molto invece sull’inerzia (per essere benevoli) di chi gestisce queste cose. Nessuno sa tutto, ma forse è l’ora di destarsi dal letargo burocratico.

 

         NOTIZIE

 

-          Claudio Costa attraverso i quattro elementi: Miriam Cristaldi pubblica un libro-diario sul percorso dell'artista fra il 1986 ed il 1995  (disponibile da Feltrinelli e presso la Libreria di Palazzo Ducale)

-          Mostra di Luca Vitone al PS1 di New York presentata da Carolyn Christov-Bakargiev  (aprile-maggio 2000)

-          Skake Up, a cura di Sonia Armaniaco, video di Enrico Ravera, Michael A. Carson, Dennis Cabella,  Alberto Valgimigli, Giovanni Bai, Ca Matz, Eb Hasselbaker, Sonia Amran, Alessandro Bruno, Brady Wedman, Luca Galeazzi, Pietro Geranzani, Barbara Durante, Gianmarco Caprotti, al Fitzcarraldo, I-mage e Onyx

-          El Siglo del los Genoveses prorogato sino al 2 luglio 2000

-         Wolf Bruno, una personale involontaria. Sino a fine maggio alcuni lavori recenti sono esposti nell’ufficio di Sandro Ricaldone

 

torna all'inizio


tract - lettera sulle arti a Genova

a cura di Sandro Ricaldone