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12 giugno - 31 dicembre 2011



mostre e artisti
a Genova
2010 - 2011



-  Flavio Costantini
    al Museo Luzzati


-  Cambiare il mondo
    con un vaso di fiori


-  Giuliano Galletta
    Il museo del caos


-  Florence Henri
    all'Hotel des Arts di Tolone


-  Mediterraneo
    da Courbet a Matisse


-  Rolando Mignani
    tra segno e simbolo


-  Jeune Création Européenne
    a Genova


-  Mario Rocca
    da Cristina Busi


-  Arte da Taiwan

-  La Biennale decentrata
    di Vittorio Sgarbi


-  Angelo Gualco
    Portrait of the artist
    as Mickey Mouse


-  Selim Abdullah
    Come andar per mare
    pieno di pesci


-  Quella foresta metaforica
    nell'arte di Colombara


-  Ghiglione autobiografico

-  Riccarda Montenero
    Libre Circulation


-  L'arte di Caviglia
    dagli anni '70


-  Anna Ramenghi
    Stanze di Eros


-  Maria Rebecca Ballestra
    cabiando prospettive


-  Pino Rando
    La nave dei giganti


-  Laura Mascardi
    Il mare di tutte le stagioni




 

JEUNE CRÉATION EUROPÉENNE
V Edizione

Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce
dal 31 gennaio al 10 febbraio 2011


Si dice abitualmente che l'arte non ha confini. Questa affermazione è però tanto rassicurante quanto ingannevole. In concreto, per gli artisti giovani, non ancora inseriti nel grande circuito delle gallerie di tendenza e dei musei, i confini risultano ben più ristretti del territorio delle rispettive nazioni, limitati alle città in cui operano o addirittura alle Accademie dove si sono formati.
Per questo la Jeune Création Européenne (JCE), che dalla congerie delle biennali ormai capillarmente diffuse si distingue per la focalizzazione sugli esordienti e per lo svolgimento itinerante, riveste un valore del tutto particolare. Nata nel 2000 dall'esperienza del Salon de Montrouge, città della cintura parigina, la manifestazione ha gradualmente ottenuto l'adesione di nove stati europei, allargando in ultimo la cerchia consolidata, costituita da Austria, Francia, Italia, Lituania, Portogallo e Spagna, a paesi dell'Est come l'Ungheria, la Slovacchia e la Polonia.
Nella sua quinta edizione, ospitata nella tappa italiana dal Museo di Villa Croce e dalla Sala Dogana di Palazzo Ducale, la rassegna propone un intricato panorama di espressioni, emblematico degli stimoli e delle suggestioni discordanti che investono la vita e l'arte di oggi. Si va dalla scultura vincitrice del gruppo ungherese costituito da János Mihály Hübler, Márta Rácz, Tamás Szentirmai e János Vági, una costruzione di blocchi di cemento nei quali è simbolicamente incorporata, in una sinistra metamorfosi, una raccolta di volumi, all'installazione di vestiti usati dell'austriaca Ursula Guttmann, che occupa lo spazio centrale della Dogana, ed alla scala ludicamente "arrotolata" dalla parigina Suzy Lelièvre.
Una decisa impressione suscitano le immagini di corpi rivestiti di paraffina elaborate da Neringa Bumblienè, della selezione lituana, mentre il catalano Gabriel Pericàs ricostruisce sinteticamente, nel suo video, l'allegoria botticelliana della "Nascita di Venere".
Incentrata sulla pittura la partecipazione slovacca, in cui spicca l'apocalittica visione di una "Labour Land" proposta da Michal Cěrnušák.
Folta la presenza genovese nella pattuglia italiana riunita da Sandra Solimano ed Emilia Marasco. Accanto ai lavori di Marta Colombi, Michela Depetris (un'interessante sequenza sulle interferenze fra i sensi), Pierluigi Lanzilotta, Gianfranco Pulitano e Veronica Vierin, Elena Aromando espone "Armadio sul prato", un affondo sulla memoria, laddove Cocis Ferrari ne "Il passare dei periodi" riflette sul tempo. Giovanni Guizzardi esplora il confine fra grafica e pittura attraverso figure zoomorfe. Mauro Panichella scandaglia pittorica-mente il movimento inconsapevole dello scanner; Emanuela Tortello, infine, si dà a comporre con i sassi, in una video performance, il suo essenziale alfabeto di tracce.

[Sandro Ricaldone, 2/2/2011]